Sauro Angeletti – Presidenza del Consiglio dei ministri
L’introduzione del lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche, previsto dalla legge n. 124 del 2015, ha richiesto una serie di investimenti tecnologici e organizzativi; tra questi ultimi, l’affinamento del sistema di misurazione e valutazione della performance è stato individuato da subito come un vero e proprio fattore abilitante. Dal punto di vista operativo, però, il tema della misurazione è stato sostanzialmente derubricato come una “questione tra dirigente e dipendente” e riferito alla prestazione di quest’ultimo; in realtà, il lavoro agile modifica anche le modalità di erogazione della prestazione dei dirigenti, chiamati a promuoverlo e gestirlo. Inoltre, le performance di dirigenti e dipendenti coinvolti dall’attuazione del lavoro agile vanno congiuntamente valutate in termini di impatto sui risultati complessivi dell’amministrazione. L’articolo propone una riflessione di carattere preliminare su problemi e prospettive della misurazione del lavoro agile quale fattore abilitante di nuovi sistemi di performance management delle amministrazioni.
Un tema, questo, quanto mai attuale, in una fase in cui, per fronteggiare l’emergenza sanitaria connessa al Covid-19, il lavoro agile esce dai tentennamenti e dalle timidezze della sperimentazione per diventare la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa da parte dei dipendenti pubblici.
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