L’intelligenza artificiale sarà il più potente acceleratore dell’innovazione nelle istituzioni pubbliche? RIPM – Vol. 6 – nn. 1 e 2 | 2023

Special Focus

L’intelligenza artificiale sarà il più potente acceleratore dell’innovazione nelle istituzioni pubbliche?

RIPM – Vol. 6 – nn. 1 e 2 | 2023

Deadline per l’invio: 20 dicembre 2023

Deadline prorogata al 20 gennaio 2024 (numero 1) e 20 luglio 2024 (numero 2)

 

Overview Special Focus

Lo Special Focus è il tradizionale approfondimento tematico della Rivista Italiana di Public Management (RIPM). Il focus tematico ha uno spazio fondamentale nella rivista perché volto a determinare l’ambito di attenzione privilegiato su un tema attuale, necessario a promuovere riflessioni e capace di creare dibattito fra gli studiosi, sulle tematiche di management pubblico.

La sezione Special Focus di RIPM intende confermare uno dei principi fondanti la rivista: creare un’arena di riflessione per indirizzare, su un ambito specifico, di volta in volta intercettato, l’attività più innovativa di ricerca e di rappresentazione paradigmatica con approccio multidisciplinare. Una delle caratteristiche specifiche di RIPM è, infatti, quella di manifestare una visuale predittiva volta ad intercettare filoni di ricerca attuali e paradigmatici da analizzare con uno sguardo plurale, attraverso la convergenza di un’ampia varietà di approcci scientifici di ricerca e di analisi, fra gli altri, di tipo: economico, giuridico, politico, filosofico, sociologico e antropologico.

 

Obiettivi dello Special Focus

Sono anni ormai che i cittadini, spesso senza averne piena consapevolezza, nella vita di tutti i giorni ma anche nell’approcciarsi ai servizi pubblici interagiscono con l’intelligenza artificiale (IA). La domanda da porsi è: quando, e quanto presto, l’intelligenza artificiale pervaderà in modo massivo il nostro modo di vivere.

Le riflessioni più ampie e più sfidanti riguardano i potenziali casi d’uso futuri dell’IA. Perché il presente dimostra che gli spazi di utilizzo si ampliano continuamente e velocemente, più di quanto le istituzioni pubbliche siano in grado di prevedere e gestire.

“Credo che l’Europa, insieme con i suoi partner, debba indicare la via per un nuovo quadro globale dell’intelligenza artificiale, fondato su tre pilastri: misure protettive, governance e guida dell’innovazione”. Queste sono le parole pronunciate, il 13 settembre 2023 nell’emiciclo di Strasburgo, dalla Presidente von der Leyen sullo stato dell’Unione 2023.

I primi ragionamenti sull’uso della IA nella pubblica amministrazione (PA) riguardavano i risparmi nella migliore allocazione delle risorse, la capacità di svolgere azioni complesse, le modalità di standardizzare processi e la capacità di governare il tempo. Tutti ambiti che per decenni, nonostante l’avvento continuo di tecniche di management, non hanno trovato soluzioni definitive.

Da tempo vengono ormai utilizzate tecniche supportate da IA. Per esempio, per redigere documenti, compilare atti, rispondere a domande dei cittadini. In particolare, la relazione fra PA e cittadino, in alcuni casi anche la coproduzione del servizio pubblico finale è già nei fatti e costituisce certamente un salto di innovazione e di allineamento ai modelli di stakeholder management nella PA.

RIPM intende avviare una riflessione, che sarà sviluppata nei due numeri dell’anno, attorno alle principali potenzialità e sfide dell’intelligenza artificiale.

In proposito, si conferma quanto si era già sostenuto, nell’editoriale del primo numero della Rivista, ormai cinque anni, ovvero che “una delle strade, per trovare soluzioni agli interrogativi sulla capacità del sistema pubblico di proiettarsi in una società del futuro, è quella di costruire un confronto aperto su questi temi ma soprattutto proposte nuove, sviluppando strumenti di dialogo e analisi”. Ebbene, con riguardo ad un tema strategico come l’intelligenza artificiale per il quale lo Stato si deve preparare in tutte le sue articolazioni, il lavoro a cui sono invitati a contribuire, con questo Special Focus, studiosi e professionisti dell’amministrazione pubblica, al pari di esperti di IA, è quello di ideare nuove chiavi di lettura, con un approccio multidisciplinare e sistemico, per aprire strade di ricerca e azione.

Nonostante le evidenti opportunità di creare “salti di innovazione” nei processi produttivi e nel confezionamento del servizio pubblico finale, l’intelligenza artificiale non risolverà i problemi sistemici delle istituzioni pubbliche. Anzi, potrebbe potenzialmente esacerbare i problemi relativi all’erogazione dei servizi, alla tutela della privacy, al sistema di relazione fra stakeholder nella società civile se non implementata in modo rigoroso e predittivo.

Gli uffici pubblici, con un articolato programma di scelte predittive volte ad utilizzare l’IA  dovrebbero considerare queste in modo graduale, tenendo conto di alcuni ambiti: tenere conto in modo rigoroso delle risorse a disposizione; programmare la migliore allocazione delle risorse umane che necessariamente si modificherà con l’utilizzo dell’IA; considerare che tutte le tecniche per l’uso dell’IA presuppongono l’utilizzo di dati e informazioni; rendere l’intelligenza artificiale parte di un processo decisionale e programmatorio basato sulla definizione di politiche, programmi e obiettivi; mettere al centro di tutte le decisioni gli effetti che l’uso dell’IA ha, o avrà nel lungo termine, sui cittadini;  coinvolgere i cittadini nella coproduzione del servizio.

A questi punti di attenzione fanno da substrato fondamentale i temi della privacy e dell’etica che, peraltro, se gestiti con attenzione regolano in modo armonico la relazione fra PA, cittadini e società civile.

Pur nell’incertezza definitoria, il quadro regolatorio e istituzionale in fieri a livello nazionale e comunitario così come la giurisprudenza amministrativa italiana offrono solidi riferimenti per valutare opportunità, implicazioni e rischi dell’implementazione dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione (ad es. in termini di organizzazione e azione amministrativa, ridisegno / aumento della qualità dei servizi, supporto al processo decisionale, etc.). Inoltre, l’analisi dei sistemi di intelligenza artificiale già impiegati (in particolare, per quali compiti, con quali obiettivi, in quali ambiti), anche sperimentalmente e non esclusivamente in Italia, nell’ambito pubblico può rappresentare un valido punto di osservazione dei processi in atto e della capacità delle istituzioni pubbliche di fare innovazione.

Lasciando autonomia agli autori per la prospettiva da approfondire, lo Special Focus suggerisce come ambiti di indagine alcuni, non esaustivi, canali di riflessione:

  • Sfida etica dell’integrazione dell’intelligenza artificiale (ad es., problemi come qualità e neutralità dei dati, responsabilità di chi utilizza gli algoritmi, trasparenza e apertura degli algoritmi);
  • Quadro normativo di riferimento nazionale (disciplina profili critici, ad es. trasparenza e accesso alle informazioni su tecnologie / algoritmi in uso, protezione della privacy e sicurezza dei dati personali) e governance dei processi di adozione (in house o ricorso al mercato) di soluzioni di intelligenza artificiale da parte delle singole pubbliche amministrazioni;
  • Trasparenza e accesso alle informazioni su tecnologie / algoritmi in uso, protezione della privacy e sicurezza dei dati personali;
  • Consolidamento delle competenze, reclutamento /sviluppo di professionalità e ruolo della formazione;
  • Misurazione dell’impatto dell’introduzione di nuove tecnologie nella pubblica amministrazione;
  • Valorizzazione del capitale umano;
  • Previsione dei vari tipi di applicazioni IA, attuali e future;
  • Proposizione di usi dell’intelligenza artificiale nella fornitura da parte della PA di servizi ai cittadini, con particolare attenzione alle richieste dei cittadini;
  • Raccolta ed elaborazione dei dati come supporti alle decisioni;
  • Collaborazione tra pubblica amministrazione, industria, centri di ricerca e università.

Queste sono alcune possibili traiettorie con cui si intende sollecitare contribuzioni per lo Special Focus, con il proposito di indirizzare studiosi, esperti e manager.

Si invitano gli autori proponenti il contributo ad esprimere una cornice di ricerca e di studio innovativa – anche comparativa -, attenta alla valorizzazione di una pluralità di posizioni di pensiero, ad esempio sperimentando contribuzioni tra più autori di discipline scientifiche diverse quando il contributo esprima una sinergia collaborativa e incisiva nella proposizione di idee, modelli e chiavi di lettura sui temi affrontati nel contributo.

 

Come inviare un paper

Gli autori che intendono aderire alla Call – Special Focus – dovranno inviare il paper citando il codice (RIPM – Vol.6 – nn. 1 e 2 | Special Focus) secondo le norme redazionali, all’indirizzo e-mail: editors@rivistaitalianadipublicmanagement.it

La deadline per l’invio è il 20 dicembre 2023

Deadline prorogata al 20 gennaio 2024 (numero 1) e 20 luglio 2024 (numero 2)

Il format del paper deve essere di 10.000 parole, incluse tavole e figure, esclusa la bibliografia, utilizzando il template allegato. Per le norme redazionali, per il template e per le FAQ, consultare la sezione:

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