La missione della Rivista RIPM nella costruzione di una società 4.0 sostenibile ed equa

di Maria Chiara Carrozza - The Biorobotics Institute, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa
Stiamo vivendo il tempo della quarta rivoluzione industriale in cui nuove tecnologie abilitanti, come la robotica, l’intelligenza artificiale, le nanotecnologie o la bionica, solo per menzionarne alcune delle più rilevanti, avranno un forte impatto sulla produzione di beni e servizi e potenzialmente potranno cambiare il rapporto fra capitale e lavoro [...]

di Maria Chiara Carrozza (The Biorobotics Institute, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa)

 

S tiamo vivendo il tempo della quarta rivoluzione industriale in cui nuove tecnologie abilitanti, come la robotica, l’intelligenza artificiale, le nanotecnologie o la bionica, solo per menzionarne alcune delle più rilevanti, avranno un forte impatto sulla produzione di beni e servizi e potenzialmente potranno cambiare il rapporto fra capitale e lavoro. Per tali motivi muteranno gli equilibri che governano la società,  perché saranno probabilmente modificate le dinamiche economiche che hanno caratterizzato gli anni recenti.

La produzione e la manifattura sono state già ampiamente investite dalla terza rivoluzione industriale, quella della microelettronica: infatti già a partire degli anni ’80 del ‘900 abbiamo assistito ad un cambiamento profondo del lavoro in fabbrica grazie all’avvento dell’automazione e della robotica, che hanno cambiato la cosiddetta ‘catena di montaggio’ fordista, sostituendo con strumenti e sistemi intelligenti il lavoro meccanico e ripetitivo, e migliorando le condizioni di ergonomia e sicurezza del  lavoratore.

La vera novità della quarta rivoluzione industriale sarà legata prevalentemente all’ingresso della robotica, dell’intelligenza artificiale e delle altre tecnologie abilitanti nel mondo dei servizi, a contatto con i cittadini che si troveranno di fronte a macchine e sistemi automatici là dove fino a pochi anni fa trovavano operatori umani. Le macchine saranno mediatrici dell’accesso ai servizi, potranno anche prendere decisioni al posto nostro, arrivando fino ad assumersi responsabilità di natura etica. La pressione per l’introduzione delle tecnologie è molto forte, ed è spinta soprattutto dal mondo dei fornitori di strumenti e di infrastrutture, ma il sistema pubblico che offre servizi deve però porsi in un’ottica in cui l’innovazione rappresenti un mezzo per il miglioramento dell’offerta, per ottenere una ricaduta positiva per i cittadini e per la produttività complessiva dello stato.  In questa prospettiva occorre anche tenere conto dell’elevato numero di addetti che sono impiegati nella pubblica amministrazione e che vengono investiti da una richiesta di aggiornamento per migliorare il rendimento.  Il mondo della pubblica amministrazione deve fare fronte alle legittime aspettative di crescita della qualità dei servizi e del loro contenuto tecnologico, ma deve affrontare una situazione in cui le risorse e gli strumenti amministrativi messi a disposizione per operare il cambiamento non sono sufficientemente adatti e flessibili per garantire il progresso effettivo.

Per gli studiosi del mondo del management della pubblica amministrazione, la gestione dell’innovazione diventa quindi una sfida epocale che può essere affrontata solo coinvolgendo molte altre competenze. In tale ottica la Rivista italiana di Public Management (RIPM) può rappresentare la sede elettiva per aprire un dibattito scientifico ed un confronto fruttuoso su metodologie ed esperienze, anche in ambito formativo, per arricchire la cultura manageriale dei dirigenti e degli operatori nella pubblica amministrazione.

Nel prossimo futuro, se nuovi sistemi prenderanno decisioni al posto nostro alla guida di un veicolo o nell’effettuare una diagnosi di tipo medico, sarà necessario approfondire non soltanto gli aspetti civilistici della responsabilità delle macchine rispetto alle decisioni prese e il potenziale danno alla proprietà o alla persona, ma anche gli aspetti sociologici e antropologici che porranno il cittadino di fronte ad una mutata società che porterà potenziali nuovi benefici ma anche nuovi rischi di marginalizzazione, di  crisi di identità e di disuguaglianza. Il rischio di perdita di qualità e quantità di posti di lavoro nel mondo dei servizi e nella pubblica amministrazione è stato ampiamente enunciato a livello teorico, ma ancora non vi è omogeneità ed accordo fra gli studiosi a livello internazionale sul reale impatto di questi cambiamenti sul lavoro. Per questo è molto importante sviluppare metodologie di analisi e valutazione quantitativa che potranno essere oggetto di pubblicazione e confronto  sulla rivista RIPM soprattutto in relazione alla gestione sostenibile del cambiamento e dell’innovazione nel sistema pubblico in rapporto al numero e alla qualità dei posti di lavoro.

Infatti, questo mutamento del mondo dei servizi investirà anche la pubblica amministrazione che sarà chiamata a svolgere un ruolo fondamentale, non solo come ente fornitore, si pensi alla sanità, alla giustizia o al welfare per esempio, ma anche al mondo dell’istruzione come luogo di formazione ed educazione dei lavoratori in vista della rivoluzione industriale, e infine come regolatore dei rapporti fra cittadini e società per garantire equità, coesione territoriale e pari opportunità in rapporto all’accesso ed alla qualità dei servizi stessi.

La visione auspicabile del management della pubblica amministrazione deve andare non soltanto nel senso della modernizzazione, dell’efficienza e dell’utilizzo corretto delle risorse, evitando gli sprechi e migliorando la qualità dei servizi, ma anche nella auspicabile direzione di accrescere la sostenibilità della società della quarta rivoluzione industriale, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale o dell’equilibrio economico, ma soprattutto per ottenere equità verso i cittadini. Deve assolutamente essere evitata la marginalizzazione delle fasce della popolazione potenzialmente a rischio di soffrire di un ulteriore divide di competenze e conoscenze tecnologiche necessarie per l’accesso ai servizi ed in ultima analisi all’esercizio della cittadinanza.

Credo che in tale prospettiva sia imprescindibile la crescita della cultura manageriale nella pubblica amministrazione per affrontare non solo i cambiamenti della modalità di offrire servizi ma anche della natura, qualità e sostenibilità dei servizi stessi. Le riforme strutturali per modernizzare e orientare la crescita sostenibile del nostro paese coinvolgono come attore protagonista la pubblica amministrazione, che può diventare anche il luogo di sperimentazione di nuove pratiche e di nuovi metodi improntati al miglioramento dell’offerta dei servizi. L’attivazione di processi di pre-competitive procurement, pratica ancora scarsamente utilizzata nel nostro paese, potrebbe consentire uno stretto legame con la ricerca per far diventare la pubblica amministrazione un ponte per sperimentare l’innovazione prima di immetterla sul mercato. La rivista RIPM può rappresentare l’ambiente scientifico elettivo per incoraggiare, commentare e valutare queste buone pratiche e fornire modelli e casi di studio alle diverse realtà.

La rivista RIPM, e la divulgazione scientifica e metodologica che essa può consentire, rappresentano strategici strumenti per accompagnare la pubblica amministrazione in questo percorso di crescita culturale che vede lo stato innovatore protagonista non solo di un programma di industria 4.0 rivolto agli attori del mondo manifatturiero e della produzione, ma anche di un piano di riforme e di metodi da implementare per lo sviluppo di una società 4.0.

Per portare avanti questo programma di pubblica amministrazione 4.0 è opportuno costruire un luogo di confronto scientifico e culturale dove possano essere presentate, messe in discussione e confrontate strategie di gestione del cambiamento, in modo da trasformare casi di successo in buone pratiche esportabili e generalizzabili nello spirito della creazione di un metodo scientifico di misurazione, valutazione e comparazione.

La rivista RIPM si rivolge a questo ambito con l’obiettivo di offrire anche uno scenario di inquadramento internazionale per potersi confrontare tra pari con altri soggetti pubblici e con altri studiosi nel contesto europeo.

é importante sottolineare il carattere prettamente multidisciplinare di tale dibattito scientifico, che per essere completo deve attraversare i vari campi del sapere interessati alla gestione della transizione verso una pubblica amministrazione 4.0, includendo gli aspetti della cultura giuridica, amministrativa, ed economica, ma comprendendo anche agli ambiti più scientifici e tecnologici.

Occorre che la società 4.0 sappia utilizzare la tecnologia come strumento e non come fine, e la gestione ed offerta dei servizi deve essere un banco di prova sperimentale della qualità e della sostenibilità degli strumenti stessi.

La promozione dell’innovazione nella pubblica amministrazione deve essere guidata dal principio dell’accessibilità, dell’equità e della sostenibilità ed in tale ottica diventa importante aggiungere anche una prospettiva sociologica e umanistica che aggiunga punti di vista differenti all’analisi delle esperienze e metodologie proposte, che possa offrire una valutazione a 360 gradi a supporto di una visione completa del rapporto fra cittadino e pubblica amministrazione.

In questo scenario la rivista RIPM si candida a coprire uno spazio importante nel processo di modernizzazione e innovazione della pubblica amministrazione del nostro paese, consente di confrontare metriche differenti, prospettive interdisciplinari, analisi comparative con i sistemi più avanzati a livello internazionale, per costruire una comunità scientifica multiculturale che sviluppi i metodi e permetta di diffondere la cultura del management dell’innovazione nel sistema pubblico. 

 

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